Il libro di Joan (Supercoralli) (Italian Edition) by Lidia Yuknavitch

Il libro di Joan (Supercoralli) (Italian Edition) by Lidia Yuknavitch

autore:Lidia Yuknavitch [Yuknavitch, Lidia]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-03-06T16:00:00+00:00


Capitolo quattordici

– Quello che cazzo era, lo sai?

Joan ha un nodo alla gola sentendo la voce di Leone. È diventata pungente, come argillite; quand’è successo? Quando avevano quindici anni, nelle loro escursioni sulle montagne del Vietnam non cantavano forse canzoni – canzoni di bambini, metà in francese, metà in vietnamita – e ridevano gettando indietro la testa nella pioggia torrenziale? Chi sono loro due adesso, con i muscoli delle gambe tesi nello sforzo della lunga scarpinata per tornare alla grotta lasciandosi alle spalle due cadaveri? Leone con le spalle squadrate e il passo pesante di Achille. La testa coperta di tatuaggi. Gli occhi di una forma che viene per metà da un padre francese e per l’altra metà da una madre vietnamita. La mascella incessantemente presente.

Joan stende un braccio davanti a sé – le cicatrici e i dolori, lo sfarfallio della luce blu vicino alla tempia fanno parte di lei, della sua coscienza e del suo essere fisico –, questi sono dei corpi di donna?

La domanda di Leone è giusta: l’energia, in particolare quella letale, di solito non scende giú dalle Corde Celesti. Nei primi anni gli impianti erano stati ben visibili: sofisticate strisce attraverso le quali era possibile trasportare cose di ogni genere – cibo, acqua, armi, petrolio, carbone, gas – fra la superficie della Terra e le piattaforme. Un tempo era stato facile attaccarli, e distruggerli era stato un modo assai efficace di interrompere le linee di rifornimento nemiche. Ma mentre la guerra continuava a infuriare, quando i droni senza equipaggio avevano rimpiazzato la maggior parte delle forze combattenti di CIEL, furono apportate delle modifiche, cosí adesso le Corde Celesti non sono piú visibili a occhio nudo. L’unico modo per toglierne di mezzo una è aspettare quel suono che ti spappola il cervello. Lo spettacolo luminoso nella termosfera. E a quel punto devi agire in fretta o salti in aria in mille pezzi.

Joan scruta il cielo. Quello che è successo stavolta assomigliava piú all’esplosione di una bomba. Quasi come se lei e Leone fossero state individuate e attaccate. Se fosse vero, significa che sta cambiando qualcosa. Qualcosa di brutto.

Joan guarda in su. Presto l’alba trasformerà la notte ingrigita in mattino; un pallido color arancione rosseggia all’orizzonte come una fiamma alla rovescia. – Chiunque o qualunque cosa fosse, le intenzioni non erano amichevoli –. Osserva il terreno, il panorama circostante. Arriveranno a casa ben oltre l’alba.

– Niente di quello che scende giú dalle Corde ci è amico, – dice Leone, passando il fucile lanciarazzi da una spalla all’altra.

Da bambine guerriere Joan e Leone avevano attraversato questa landa con mezza guarnigione, al tempo in cui la guerra era la cosa peggiore che potesse capitare alla gente. Fino al giorno in cui il ventre stesso della Terra non aveva lanciato il suo grido.

Joan ricorda come fosse stupefacente il percorso dentro la giungla che un tempo era necessario per arrivare alla Grotta Sơn Đoòng, ce l’ha ancora negli occhi. Si partiva dal quartier generale presso uno stabilimento per la produzione della coca



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